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Diapositiva

INTRODUZIONE (Mt. 13,1-3a) Le Parabole del Regno (Mt. 13) I 5 "discorsi" del vangelo di Matteo
Le 7 Parabole del Regno
Discorso della montagna (Mt. 5-7)
Parabola del seminatore
Discorso Missionario (Mt. 10)
Parabola della zizzania
Discorso delle parabole (Mt. 13)
Parabola del chicco di senape
Parabola del lievito
Discorso Comunitario (Mt. 18)
Parabola del tesoro nascosto
Discorso Escatologico (Mt. 24-25)
Parabola del lievito
Parabola della rete
Spiegazione della parabola
Il capitolo è posto in un contesto di contrasto e di rottura con l'ambiente giudaico. Gesù si dedica a parlare del Regno, argomento delicato, con l'insegnamento in parabole, in forma velata, evitando di scontrarsi frontalmente con la mentalità popolare.
Il termine "parabola" significa "gettare a fianco". Si afferma una cosa parlando di un'altra, ed è un mezzo per provocare la conversione dell'ascoltatore.
Le parabole del Regno (Mt. 13)



INTRODUZIONE (Mt. 13,1-3a) Introduzione al discorso in parabole (Mt. 13,1-3a) [1]Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. [2] Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
[3a] Egli parlò loro di molte cose con parabole.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) Introduzione al discorso in parabole (Mt. 13,1-3a) "Quel giorno :
"Verso il mare" :
Matteo pone il discorso delle Il "mare" in realtà è il lago di Tiberiade, ed è la parabole nello stesso giorno in frontiera fra Israele e i popoli pagani.
cui Gesù ha avuto l'aspra Simbolicamente, il mare indicava il luogo per il polemica con i farisei e i passaggio dalla schiavitù alla libertà, con riferimento al passaggio del Mar Rosso. E' lo stesso giorno in cui è Matteo afferma che l'insegnamento di Gesù è quello stata emanata la condanna a che conduce alla vera libertà. Il vero "esodo" è dalla sfera dell'istituzione religiosa Nello stesso giorno inizia che soffoca le persone, verso la sfera dell'amore di l'insegnamento alla folla per "Sali su una barca" :
cercare di liberarle dal giogo Gesù si "mise a sedere" sulla barca atteggiamento tipico del maestro.
"Uscì di casa" :
"Si radunò attorno a lui" :
Per continuare il processo di Il verbo utilizzato per liberazione, bisogna prendere la indicare il "radunarsi" della "barca" ed andare verso il mare, cioè comunità; Gesù folla, ha la stessa radice andare verso coloro che la religione della parola "sinagoga". La disprezza.
"folla" è esclusivamente La "folla" rimane sulla spiaggia, simbolo di ostilità e difficoltà.
Le parabole del Regno (Mt. 13) PERCHE' GESU PARLAVA IN PARABOLE? (Mt. 13,10-17.34-35) Perché Gesù parlava in parabole? (1) (Mt. 10,13-17) [10] Gli si avvicinarono allora i discepoli e In due occasioni, durante il capitolo 13, gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». [11] Egli Matteo pone alcuni versetti in cui rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del chiarisce il perché Gesù parla in regno dei cieli, ma a loro non è dato. [12] Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che La prima occasione (Mt. 13,10-17) è tra non ha, sarà tolto anche quello che ha. [13] Per questo a la parabola del seminatore (Mt. 13,1-9 loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, e la sua spiegazione (Mt. 13,18-23).
udendo non ascoltano e non comprendono. [14] Così si La seconda occasione (Mt. 13,34-35) è compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, dopo la parabola del lievito (Mt. 13,33).
ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.
[15] Perché il cuore di questo popolo è diventatoinsensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso (Mt. 13,34-35) [34] Tutte queste cose Gesù gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino disse alle folle con parabole e non parlava ad con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si esse se non con parabole, [35]perché si convertano e io li guarisca! [16] Beati invece i vostri occhi compisse ciò che era stato detto per mezzo del perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. [17] In profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Le parabole del Regno (Mt. 13) PERCHE' GESU PARLAVA IN PARABOLE? (Mt. 13,10-17.34-35) Perché Gesù parlava in parabole? (2) Gesù non discrimina tra i discepoli e la gente, ma, la (Mt. 13,11) [11] Egli diversa situazione in rapporto a lui, fa sì che la rispose loro: «Perché a voi è conoscenza e l'esperienza del Regno di Dio siano dato conoscere i misteri del differenti tra i due.
regno dei cieli, ma a loro Le folle restano aggrappate al loro spirito nazionalistico non è dato.
secondo la tradizione degli scribi; pur ascoltando e ammirando Gesù, non gli danno adesione e, per questo, non comprendono. (Mt. 13,12) [12] Infatti a colui che ha, Il termine "mistero" significa verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello Gesù non intende parlare in maniera cifrata per un gruppo d'eletti; il "mistero" è qualcosa che L'avere è la conseguenza di aver può essere conosciuto, ma che prodotto qualcosa.
ancora non lo è.
Possiamo tradurre: "A chi produce vita, Consiste nell'amore universale di verrà data altra vita, chi non la produce Dio, il suo progetto di vita per quel poco che aveva lo perderà".
Le parabole del Regno (Mt. 13) PERCHE' GESU PARLAVA IN PARABOLE? (Mt. 13,10-17.34-35) Perché Gesù parlava in parabole? (3) (Mt. 13,13-15) [13] Perquesto a loro parlo conparabole: perché guardandonon vedono, udendo nonascoltano comprendono. [14] Così sicompie per loro la profezia In questo testo del profeta Isaia ritorna più volte la parola di Isaia che dice: Udrete, "comprendere". Non basta vedere ed ascoltare, bisogna sì, ma non comprenderete, comprendere, cioè è necessario essere disponibili a quanto guarderete, sì, ma non viene proposto.
vedrete. [15] Perché il cuore Gesù dà una speranza: se è vero che "vedono e non percepiscono, ascoltano ma non capiscono", è anche vero che diventato insensibile, sono se c'è conversione, un cambio di mentalità, tutto questo è diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, Gesù richiede innanzi tutto un'adeguata disposizione perché non vedano con gli interiore per capire il messaggio.
occhi, non ascoltino con gli Non propone il facile messaggio della ribellione verso le orecchi e non comprendano istituzioni, ma quello del rinnovamento profondo dell'uomo con il cuore e non si unica base e garanzia di una società veramente umana.
convertano e io li guarisca! Le parabole del Regno (Mt. 13) PERCHE' GESU PARLAVA IN PARABOLE? (Mt. 13,10-17.34-35) Perché Gesù parlava in parabole? (4) (Mt. 13,34-35) [34] Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse senon con parabole, [35] perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò lamia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Gesù parla in parabole perché sta dicendo esattamente il contrario di quello che le folle si aspettano.
Se Gesù avesse parlato chiaramente, con la facilità di lapidazione che c'era a quel tempo, probabilmente dopo il primo discorso difficilmente ne avrebbe fatto Le folle non sono capaci di ricevere chiaramente il messaggio, a causa della loro ideologia messianica nazionalistica che attende la restaurazione gloriosa delregno d'Israele .
Le parabole rivelano un concetto di Dio molto diverso da quello che appare nell'Antico Testamento; non è il Dio trionfatore, ma il Dio umile.
Chi è completamente "impermeabile" alla verità che Gesù propone, sente il fatterello e non capisce niente; per qualcuno, questa verità può essere la "pulce nell'orecchio" che comincia a farlo pensare.
Le "cose nascoste", secondo la tradizione giudaica, erano quelle che Dio aveva nascosto per il momento della venuta del Messia.
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) [3b] E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. [4] Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli ela mangiarono. [5] Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno nonera profondo, [6] ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. [7] Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovicrebbero e la soffocarono. [8] Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chiha orecchi, ascolti».
[18] Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. [19] Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende,viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. [20] Quello che è statoseminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, [21] ma non ha in sé radici ed èincostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. [22] Quelloseminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano laParola ed essa non dà frutto. [23] Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dàfrutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) Introduzione alla parabola La parabola, conosciuta come "del seminatore", più propriamente dovrebbe essere intitolata dei "quattro terreni".
Il centro del racconto è sullo sviluppo del seme secondo la qualità dei terreni in La figura del seminatore scompare subito appena ha eseguito il suo compito.
Egli semina lo stesso seme, ma nel campo ci sono quattro terreni diversi, che vanno in progressione: da quello totalmente non appropriato a quello del tutto Gesù intende chiarire l'apparente fallimento della sua attività messianica.
Contrariamente a tutte le attese, la sua venuta non è stata clamorosa, non ha avuto grande risonanza.
Gesù è scomparso nella terra come un piccolo seme, debole, insignificante, ma, malgrado le contraddizioni e gli ostacoli, in modo lento e progressivo, il seme ha iniziato a germogliare.
La parabola, non vuol presentare il contenuto del Regno, ma la sua via di diffusione tra gli uomini, gli insuccessi e i successi che registra, secondo le disposizioni di ognuno.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) Gli elementi della parabola Il seminatore :
I 4 terreni :
L'unica sua azione è quella di La "strada" : non è quella del paese, ma sono i
uscire da casa e di seminare.
sentieri di terra battuta che attraversavano i Egli non intende sprecare del seme, ma non vuole escludere La "strada" : Gli uccelli sono un riferimento ad
nessun terreno dalla semina.
uno dei satani della tradizione giudaica, il principe Mastema, il cui compito era quello di distruggere il lavoro degli agricoltori.
I "sassi" e i "rovi": le due situazioni sono
presentate in toni ancora più drammatici, poiché il seme ha iniziato a crescere, ma non ha possibilità di svilupparsi e dare frutto.
Chi ha orecchi, ascolti :
La "terra buona": letteralmente "bella" ;
Matteo afferma la necessità l'evangelista ha a cuore il dare frutto e lo di essere svegli, di essere specifica parlando della resa del seme di persone che, sentendo il un'abbondanza unica .
messaggio, lo accolgono per La "terra buona": L'espressione "dare frutto",
far sviluppare la vita che Matteo la utilizza sempre per parlare degli effetti dell'adesione al messaggio di Gesù. Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) La spiegazione della parabola Secondo gli esegeti la spiegazione Con quattro brevi narrazioni il della parabola non è da attribuire a testo interpreta il significato dei Gesù, soprattutto per il diverso quattro terreni, che non rappresentano categorie di La catechesi delle prime comunità, persone, ma atteggiamenti possibili non si limitavano alla ripetizione in ogni individuo, di fronte alla parola per parola di ciò che Gesù aveva detto, ma si sforzavano di Non esistono individui predestinati rendere comprensibile il suo né predisposizioni che determinino messaggio e di applicarlo alle l'accoglienza o il rifiuto del Vangelo.
situazioni concrete in cui si trovavano. La mancata penetrazione del Il testo riflette la situazione della Vangelo nel cuore degli uomini e la chiesa primitiva che, dopo l'esistenza scarsità dei frutti, non dipende né terrena di Gesù, ha conosciuto dal seme né dal seminatore, ma dal persecuzioni, prove e tentazioni.
tipo di terreno. In particolare, nella spiegazione della parabola sono presentate le difficoltà La spiegazione si sofferma sugli di accettazione della Parola di Dio.
ostacoli che il messaggio incontra.
in questo modo afferma un paradosso: il successo nasce dall'insuccesso.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) La spiegazione della parabola: la "strada" Il "seme" è identificato con la Parola del Regno, contenuta nelle Non comprendendo e non condividendo ciò che la Parola propone, poiché aggrappati alla propria idea precostituita, si è esposti all'azione del maligno che è quella di rubare la Parola.
Il "maligno", Satana, è la figura del successo, dell'ambizione e di chi desidera il potere.
Non si comprenderà il messaggio se non si cambia la mentalità basata sull'ambizione del potere, perché indurisce l'uomo e fa sì che il messaggio d'amore e d'uguaglianza non penetri, scivoli via e non lasci traccia nella persona perché si è impermeabili. Il terreno duro rappresenta coloro che hanno fatto dell'arrivismo il proprio stile di vita.
La Parola ha bisogno di essere compresa e condivisa divenendo servizio e generosità, e non solo capita. Sono coloro che hanno accolto il cristianesimo, ma non ne hanno capito il significato, né l'importanza, né la responsabilità.
Sono i battezzati non convertiti, i cristiani di nome e per tradizione, analfabeti della fede.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) La spiegazione della parabola: i "sassi" Si tratta di persone entusiaste del messaggio, ma che non s'impegnano seriamente nel seguire Gesù, sono "incostanti", "temporanei". Durano fintanto che il messaggio coincide con le loro aspettative e i loro scopi.
Accettano il messaggio di Gesù, ma non le sue conseguenze; esso non penetra in loro modificando la concezione di vita né la scala dei valori.
Nel momento della difficoltà, quando è in pericolo la propria sicurezza, comodità, prestigio, posizione sociale, fama, costoro si tirano indietro.
La "tribolazione e la persecuzione" è inevitabile nella comunità cristiana, ed ha lo stesso effetto positivo che il sole ha sulla pianta, cioè la rafforza e la fa crescere.
Se la pianta si brucia, la colpa non è del sole, ma della pianta.
La Parola e l'uomo sono chiamati a fondersi e a diventare una sola cosa; l'uomo ha bisogno della Parola per realizzarsi e la Parola ha bisogno dell'uomo per manifestarsi.
Se si ha la necessità di richiamarsi a Gesù come un'autorità esterna all'uomo, come norma di comportamento, significa che la Parola non ha affondato le sue radici.
Si ama, si perdona, si serve non perché Gesù l'ha detto, ma perché la sua Parola è connaturato alla persona; amare, perdonare, servire è indispensabile per l'esistenza.
Identifica persone dai facili entusiasmi, presi da mille iniziative e dalle facili febbri spirituali ma, passata la momentanea febbre, di fronte alla fatica e alla prima crisi si molla tutto, bruciando la possibilità di crescita.
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) La spiegazione della parabola: le "spine" Rispetto ai "sassi", che era una situazione triste perché esisteva qualche possibilità di frutto, questa delle "spine" è drammatica perché la terra era La pianta sta crescendo ed ha la possibilità di dare frutto, ma degli ostacoli pian piano la soffocano.
Matteo identifica gli ostacoli con le ricchezze; le "preoccupazioni del mondo" sono le preoccupazioni e le difficoltà economiche. La preoccupazione dell'accumulo innesta una spirale in cui il di più che si è raggiunto non basta mai, perché sono cresciute anche le esigenze.
Questa preoccupazione continua non permette alla Parola di dare frutto e piano piano rimane soffocata. Incentrarsi sui propri interessi, senza aprirsi alla generosità e alla condivisione comporta la morte della Parola.
Identifica coloro che trascurano la fede perché schiavi del lavoro e dalla corsa al guadagno.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) La spiegazione della parabola: la "terra buona" (Is. 55,10-11) [10] Come infatti la pioggia e la
E' necessario che la Parola trovi la terra; se c'è, neve scendono dal cielo e non vi ritornanosenza avere irrigato la terra, senza averla sprigiona una vitalità e un'energia che Matteo fecondata e fatta germogliare, perché dia il identifica subito con il massimo, il "cento".
seme a chi semina e il pane a chi mangia, [11] Se un seme rendeva dieci grani era già un buon così sarà della mia parola uscita dalla miabocca: non ritornerà a me senza effetto, senza risultato, trenta è un risultato più che ottimo, aver operato ciò che desidero e senza aver cento significa la totale trasformazione del seme.
compiuto ciò per cui l'ho mandata. Un raccolto di trenta grani, già straordinario, per Gesù è solo il punto di partenza.
Chi accoglie il messaggio è chiamato a sviluppare tutte le sue capacità, semina in quella terraa realizzarsi in pienezza fino a diventare una benedizione per gli altri.
e raccolse quell'annoil centuplo. Il Signore Il numero "cento", nel libro della Genesi, nella semina di Isacco, rappresenta la benedizione di Dio.
E' questo il compito a Gesù chiama chi lo vuol seguire: essere una benedizione per quanti lo incontreranno.
La Parola può dare una crescita massima e una crescita limitata. Ogni limite non lo pone la Parola, ma lo pone la persona Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) Approfondimento e Riflessione (1) Matteo insiste sulla necessità che i (Mt. 7,12-20) [17] Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni
albero cattivo produce frutti cattivi; [18] un albero buono non può

cristiani portino frutto. Contano solo produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19] i fatti, non parole e belle intuizioni.
Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
[20] Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
La parabola afferma che Gesù non è un Il seminatore è un grande ottimista: idealista, un sognatore. Sa che c'è un grande spera che le pietre diventino molli, le spreco a monte di ogni buon raccolto.
spine lascino spazio alle spighe, che L'invito è alla fiducia, a continuare nella dalla strada spuntino piante di grano.
proclamazione del Regno che Gesù ha iniziato, Solo Dio non ha preclusione verso indipendentemente dagli insuccessi cui si nessun tipo di persona.
andrà incontro.
Non siamo autorizzati a chiuderci in Seminare comporta un atto di fede nel seme una cerchia d'amici e di "benpensanti", e nella terra. Bisogna avere fiducia e anche ma dobbiamo tenerci aperti a qualsiasi rispetto per il terreno dove va a finire, cioè verso chi accoglie la parola del vangelo.
Gesù avvisa la comunità: siete chiamati a trasmettere il messaggio, ma non fatevi illusioni; su quattro terreni, soltanto su uno la Parola metterà radice e fruttificherà.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DEL SEMINATORE (Mt. 13,3a-9.18-23) Approfondimento e Riflessione (2) La parabola afferma che il rapporto tra seme e Si può ipotizzare che si tratti di campo e uguale a quello tra Parola e ascolto.
tre successive seminagioni; tre Come il seme è fatto per la terra, così la Parola è infruttuose, una riuscita.
detta per l'intelligenza e la libertà dell'uomo.
Dopo "tre" fallimenti, cioè Egli non intende passate sulla testa di nessuno, ma fallimento "completo", la attraverso il cuore di tutti.
parabola invita a riprovare La proposta di Gesù raggiunge i credenti di tutti i Il successo passa attraverso tempi e attende la loro risposta.
Il vangelo non è scritto ancora tutto, nessuno sa quale sarà l'ultima pagina, ma ognuno è tenuto a conoscere quella che è chiamato a scrivere con la propria vita.
E l'invito e d'iniziare a scriverlo subito; non occorre aspettare che il messaggio sia assimilato in modo completo.
La risposta di Dio, il suo dono di vita, si riceve in ogni momento dello sviluppo.
Il frutto finale nasce non solo dall'attività dell'uomo, ma nemmeno solo da quella di Dio.
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) [24] Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
[25] Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. [26] Quando poilo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. [27] Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore,non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". [28] Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fattoquesto!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". [29] "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo lazizzania, con essa sradichiate anche il grano. [30] Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momentodella mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nelmio granaio"».
[36] Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nelcampo». [37] Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. [38] Il campo è il mondo e il seme buono sonoi figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno [39] e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine delmondo e i mietitori sono gli angeli. [40] Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine delmondo. [41] Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli checommettono iniquità [42] e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. [43] Allora i giustisplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti! Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Tre parabole per tre tentazioni Con una serie di tre parabole, Matteo mette in guardia le comunità cristiane di tutti i tempi, da tentazioni sempre sempre in agguato.
Tentazione della superiorità
Parabola della zizzania
e del diritto di "estirpare" i
Tentazione della grandezza
Parabola del chicco
e dell'utilizzo degli
strumenti del potere
Parabola del lievito
Tentazione dello
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Gli elementi del racconto letteralmente è "buon seme", "il migliore Mentre tutti dormivano :
Gli unici che compariranno a dormire nel Vangelo di Matteo sono Pietro, Giacomo e Giovanni nel Getsemani.
Il nemico :
Il dormire è simbolo della non E' "il" nemico, quindi ben comprensione del messaggio di Gesù.
conosciuto. Compie anche lui Il "nemico" agisce particolarmente una semina, una "parodia" del quando la comunità "dorme", cioè si disinteressa o vive senza il necessario impegno il messaggio di La zizzania:
E' una caricatura del grano, gli assomiglia e non di distingue fino alla crescita. I suoi grani sono tossici e narcotizzanti: avvelenano e addormentano.
La sua semina avviene dopo quella del grano e quindi non è un male preesistente ma successivo all'avvento del Regno di Dio.
Rappresenta le deviazioni presenti nella comunità cristiana.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Il criterio dei servi Il criterio dei servi esprime un'antica aspirazione degli uomini di La zizzania ha radici forti ed Dio: l'eliminazione immediata dei intrecciate con quelle del grano. E' impossibile eliminare il male senza danneggiare il bene.
Sradicare significa violentare il L'azione dei servi è sempre attuale corso normale dell'esistenza.
E' più pericolosa la presenza di questi servi che della zizzania stessa.
Il rischio è di estirpare il grano insieme alla zizzania, impedirgli la Dietro la domanda dei servi è presente l'interrogativo Nella storia della Chiesa questo è scandalizzato del credente di avvenuto, anzi, in alcuni casi è stato tutti i tempi. Possibile che il male estirpato il grano e lasciata la zizzania.
possa avere l'ultima parola? Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Il criterio del padrone Il padrone risponde in modo Il "giudizio" e la scelta avverranno alla fine, imperativo : "No!". Rimane nella sua quando per ciascuno sarà maturato il tempo tranquillità, non si lascia prendere della crescita.
dallo spavento.
Durante la fase terrena del Regno "buoni" e Stabilire il momento della "cattivi" devono convivere.
separazione è un suo compito: i Il giudizio è la conclusione logica dell'evoluzione servi non si devono arrogare della messe. I servi non fanno che separare la questo diritto.
zizzania dal grano, ormai incompatibili.
Più che un giudizio è una scelta che ciascuno opera con la propria condotta.
La parabola risponde alla tentazione di essere una comunità di eletti. La La "mietitura" rischia di evocare comunità è composta da tutti, e tutti immagini terribili di giudizio; in realtà è un evento gioioso, perché è il debbono avere la stessa pazienza di Dio momento della raccolta dei frutti.
nell'assistere il processo di crescita che, come per il seme, per ogni persona è Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) La spiegazione della parabola: la richiesta dei discepoli Nella parabola del seminatore è Se i discepoli chiedono la spiegazione della Gesù che fornisce la spiegazione; parabola, non è perché non l'hanno capita, ora sono i discepoli che la ma perché l'hanno capita benissimo e non richiedono e lo fanno in maniera sono d'accordo su quanto propone.
imperativa, quasi brutale: Faticano ad accettarne il contenuto perché al loro interno emerge in continuazione la tentazione della superiorità.
La spiegazione della parabola: gli elementi (1) Gesù non spiega la parabola Il seminatore è il figlio del 'uomo:
passo passo, ma fornisce delle Gesù si identifica con colui che getta il chiavi di lettura.
Il campo è il mondo:
Il termine greco tradotto Il seme buono sono i figli del Regno:
con mondo indica il "cosmo". Gesù è il seminatore che sparge nel mondo comunità animate dallo Spirito.
Sono coloro che hanno accettato le beatitudini.
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) La spiegazione della parabola: gli elementi (2) La zizzania sono i figli del maligno:
Sono coloro che seguono il programma opposto delle beatitudini sintetizzato nelle tentazioni di Gesù nel deserto.
Il nemico è il diavolo:
E' l'incarnazione del potere in tutte le sue manifestazioni.
La mietitura è la fine del 'epoca:
Il termine tradotto con mondo è "età", "epoca" (diverso da quello riferito al campo).
Nel vangelo non vi sono messaggi di fine del mondo che è opera di Dio e continua ad evolvere.
La mietitura è la fine di un epoca: individualmente è la morte, socialmente è un epoca storica che I mietitori sono gli angeli:
sembra eterna ma che Indica gli inviati del Signore.
inevitabilmente si dissolve.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) La spiegazione della parabola: il "giudizio" Matteo opera continuamente un (Es. 32,26-38) [26] Mosè si pose alla porta dell'accampamento e
confronto tra Gesù e Mosè: disse: «Chi sta con il Signore, venga da me!». Gli si raccolserointorno tutti i figli di Levi. [27] Disse loro: «Dice il Signore, il Diod'Israele: "Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e Mosè ha voluto eliminare il "nocivo" dal ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno popolo e il risultato è stata la strage.
il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il propriovicino"». [28] I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè ein quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo. (Mt. 3,10) [10] Già la scure è posta
alla radice degli alberi; perciò ogni

Con immagini dell'AT Gesù si distanzia da Giovanni Battista: albero che non dà buon frutto viene Egli afferma che non c'è un giudizio imminente, ma un tagliato e gettato nel fuoco. processo di crescita nella storia e nella vita dell'uomo.
Egli non è venuto per giudicare, (Lc. 13,6-9) [6] Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva
piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi

tanto meno per condannare: frutti, ma non ne trovò. [7] Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sonotre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne Dopo tre anni, un tempo completo, bisogna trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". [8] Ma zappare, concimare ed attendere. Gesù quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché trasmette vita a ciò che sembra morto.
gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. [9] Vedremose porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai"». (Mt. 23,13) [13] Guai a voi, scribi e farisei
(Mt. 21,31b) [31b] «In verità
ipocriti, che chiudete il regno dei cieli Verso coloro che scribi e farisei, io vi dico: i pubblicani e le davanti alla gente; di fatto non entrate prostitute vi passano avanti giudicavano zizzania, prostitute voi, e non lasciate entrare nemmeno nel regno di Dio. quelli che vogliono entrare. e pubblicani, Gesù afferma: Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) La spiegazione della parabola: la fine della zizzania e del grano (1) Gli "scandali", che indicano i sassi (Mt. 5,29-30) [29] Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo,
cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue

che causano inciampo, sono già membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella apparsi nel discorso della montagna: Geènna. [30] E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo,tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tuemembra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. (Mt. 16,23) [23] Ma egli, voltandosi, disse a
Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di
scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma

Nel Vangelo di Matteo, lo "scandalo" è Pietro: secondo gli uomini!». (Mt. 18,6-7) [6] Chi invece scandalizzerà uno solo
Gli "scandali" sono prodotti dall'ambizione del di questi piccoli che credono in me, gli conviene potere di coloro che, come Pietro, non vogliono che gli venga appesa al collo una macina da che il Messia doni la vita, ma che regni attraverso mulino e sia gettato nel profondo del mare. [7] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che l'uso del potere, tradendo le aspettative di vengano scandali, ma guai all'uomo a causa del uguaglianza e fraternità dei credenti: quale viene lo scandalo! (Mt. 7,22-23) [22] In quel giorno molti mi
Anche gli "operatori di iniquità" erano già apparsi nel diranno: "Signore, Signore, non abbiamo discorso della montagna: forse profetato nel tuo nome? E nel tuonome Sono coloro che ascoltano il messaggio di Gesù, ma non demòni? E nel tuo nome non abbiamoforse compiuto molti prodigi?". [23] Ma lo mettono in pratica. Si fanno portavoce del allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai messaggio, ma, talmente presi dalla conversione degli conosciuti. Allontanatevi da me, voi che altri, dimenticano la propria.
Le parabole del Regno (Mt. 13)


LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) La spiegazione della parabola: la fine della zizzania e del grano (2) "Fornace ardente di fuoco"
L'immagine appartiene all'escatologia giudaica, ed è tratta dal libro di Daniele (Dn. 3,6.11). E' equivalente all'immagine della Geenna utilizzata da Matteo. Non è descritto un "giudizio universale", ma è "Pianto e stridore di denti"
un "giudizio" interno alla comunità cristiana.
L'immagine è tipicamente Il "giudizio" è sempre un'immagine utilizzata orientale: equivale ai più moderni dagli evangelisti per sottolineare la "si strappa i capelli", "non sa dove responsabilità dell'uomo nel costruire il sbattere la testa".
proprio destino.
Esprime il fallimento della propria esistenza. Al momento della morte, li attende, secondo l'immagine dell'Apocalisse, la "morte seconda".
"I giusti che splenderanno come il sole"
Anche quest'immagine è tratta dal libro di Daniele (Dn. 12,3).
La comunione con Dio è espressa tramite l'immagine tradizionale della luce.
Gesù stesso nella trasfigurazione "splende come il sole" (Mt. 17,2).
Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Approfondimento e Riflessione (1) L'insistenza di Gesù e di Matteo su questa parabola, è motivata dal fatto che è quella che crea più problemi alla comunità cristiana di Il tempo che sta tra la semina e tutti i tempi.
la mietitura è il tempo Il brano ci presenta una descrizione realistica dell'ascoltatore di Gesù; è il e non idealizzata della comunità cristiana.
tempo della crescita che non ha Nella comunità di Gesù, non c'è posto per la bisogno di particolari cernite.
fretta e l'impazienza puritane, l'intolleranza e Ma i servi, di fatto, ci sono sempre. In tutti i momenti della L'unica radicalità possibile nella comunità è vita della Chiesa ci sono i "puri", quella del rispetto fino in fondo .
"i ferventi", "le elites". Non mancano mai i credenti che si lamentano di un Dio troppo "tollerante". Il primo campo in cui troviamo buon grano e zizzania siamo noi.
Come la zizzania, le tensioni egoistiche che avvertiamo in noi non vengono da Dio.
E se nella pretesa di essere perfetti a tutti i costi finiamo con l'amputarci, col togliere da noi ciò che di positivo c'è di intrecciato con le tensioni negative? Le parabole del Regno (Mt. 13) LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA (Mt. 13,24-30.34-43) Approfondimento e Riflessione (2) A volte ci lamentiamo della società, della poca incidenza della Nella parabola è presente un parola di Dio, delle comunità richiamo ad un altro passo del cristiane che non danno discorso della montagna: Questa visione dalla quale ci lasciamo talora prendere non è (Mt. 5,45) [45] affinché siate figli del Padre
un'immagine giusta del Regno di vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suosole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Il regno è una realtà conflittuale, combattuta, nella quale continuamente convivono bene e E' quello che avviene nel campo. Sia il grano, sia la zizzania approfittano del sole e della Ma è questo il Regno di Dio nella pioggia, crescono perché ci sono queste due fase terrena e chi non lo riceve e condizioni vitali.
non lo accetta così si sbaglia, si Il Padre, per manifestare la sua generosità abbandona a dei sogni.
non pone condizioni; anche se continuiamo ad essere zizzania, Egli continua a far sorgere ancora il sole e a mandare la pioggia.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) [44] Il regno dei cieli è simile a un tesoronascosto nel campo; un uomo lo trova elo nasconde; poi va, pieno di gioia, vendetutti i suoi averi e compra quel campo.
[45] Il regno dei cieli è simile anche aun mercante che va in cerca di perlepreziose; [46] trovata una perla digrande valore, va, vende tutti i suoiaveri e la compra.
[47] Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nelmare, che raccoglie ogni genere di pesci. [48] Quando è piena, ipescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono ipesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. [49] Così saràalla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattividai buoni [50] e li getteranno nella fornace ardente, dove saràpianto e stridore di denti.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabole del tesoro e della perla: racconti simili Le parabole del tesoro e della perla si ritrovano anche nel vangelo Apocrifo di Tommaso: [n. 109] Gesù disse: Il Regno è simile ad un uomo che, senza saperlo, ha un tesoro nascosto nel suo
campo. Dopo la sua morte, lo lasciò al figlio. Il figlio non ne sapeva niente: ereditò il campo e lo vendette.
Il compratore venne e, mentre arava, trovò il tesoro; e incominciò a imprestare denaro a interesse a quelli
che voleva.
[n. 76] Gesù disse: Il Regno del Padre è simile a un commerciante che aveva della merce e trovò una
perla. Questo commerciante era saggio: vendette la merce e si comprò la perla. Anche voi cercate il
tesoro che non perisce….

La prima parabola è stata arricchita di molti Anche il Talmud riprende il particolari che fanno perdere il centro filone del tesoro ritrovato: dell'annuncio. Ad esempio, il bracciante è diventato il proprietario e compare un figlio non presente nel testo canonico. "Dopo qualche giorno rabbi Giuda andò ad Si perde l'idea centrale della gioia per arare l'altra metà del campo, mentre arava acquistare il tesoro e la perla, e rimane solo sprofondo la terra davanti a lui e il suo buevi cadde dentro procurandosi una frattura. l'ostentazione della ricchezza.
Egli scese nella buca per tirarlo su, ma Dio Le parabole sono state utilizzate in senso gli aprì gli occhi e trovò lì un tesoro. Allora "gnostico", cioè a supporto di una filosofia esclamo: il bue si è rotto la zampa per il che si basava sulla "conoscenza".
mio bene". Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabole del tesoro e della perla: la tecnica del "parallelismo" I due racconti sono costruiti con la tecnica letteraria del "parallelismo sinonimico", molto usata nella letteratura biblica e rabbinica del tempo, espresso nella sequenza dei Nonostante il parallelismo, le due parabole presentano una fondamentale differenza: Parabola
Parabola
del tesoro
della perla
Il primo uomo, probabilmente un Il secondo è un ricercatore di perle bracciante, non cerca nulla e la di professione, ricco, che finalmente fortuna gli capita per caso.
scopre la fortuna da sempre cercata.
Si tratta di "un colpo di fortuna".
E' più frutto di un "calcolo".
Il "tesoro" si trova "all'improvviso".
La perla è frutto di "ricerca".
I veri protagonisti del racconto non sono il bracciante e il mercante, ma il tesoro e la perla, perché sono quelli che afferrano, prendono all'improvviso, e fanno sì che ci si sbarazzi di tutto perché si è trovata l'occasione della vita Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabole del tesoro e della perla: approfondimento e riflessione La necessità di vendere tutto :
Non si agisce in base ad un sacrificio :
Le parabole affermano che va fatto con Il Regno di Dio è una realtà bella, un "buon affare" e non lo si sceglie per Ciò che si guadagna non è proporzionato costrizione o come un grave peso da a ciò che si lascia.
L'impegno che il Regno esige non si Il Regno di Dio non è frutto del sacrificio realizza con uno sforzo di volontà, ma e dello sforzo dell'uomo.
sotto la spinta della gioia di aver Spesso noi puntiamo l'attenzione sugli scoperto un valore insospettato.
sforzi che facciamo per cercare vivendo La rinuncia a tutto quanto si possiede il vangelo, ma in tutte le parabole del non è quindi un atto ascetico, ma Regno, di questo non si parla.
L'apertura verso i pagani :
L'alternativa irrinunciabile :
Nel bracciante fortunato è possibile vedere O il Regno, o gli altri possedimenti.
i cristiani provenienti dal paganesimo: I "figli del Regno" hanno acquistato trovano senza aver atteso e cercato.
un bene d'inestimabile valore, ma Nel mercante ricco i cristiani provenienti dal all'esterno, appaiono illusi e falliti.
giudaismo: trovano dopo lunga ricerca.
La loro ricchezza è sconfinata ma Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabole del tesoro e della perla: il richiamo alle beatitudini (Mt. 5,3) [3] Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
va, pieno di gioia e vende i suoi averi Trova il tesoro…. Trova la perla…. L'esperienza di Paolo, fariseo di La totale disponibilità a Dio esclude ogni stretta osservanza, è illuminante: idolatria delle ricchezze.
Vendere quello che si ha non è finalizzato ad una perdita, ma a permettere l'acquisto di un (Fil. 3,7-8) [7] Ma queste cose, che per me
tesoro prezioso che causa pienezza di gioia.
erano guadagni, io le ho considerate una Nel Vangelo di Matteo per sette volte, quindi perdita a motivo di Cristo. [8] Anzi, ritengo in pienezza, si trova la gioia.
che tutto sia una perdita a motivo della Nel Regno di Dio non si entra per chissà quali sublimità della conoscenza di Cristo Gesù,mio Signore. Per lui ho lasciato perdere sforzi, ma si entra perché si è trovato un tesoro prezioso.
spazzatura, per guadagnare Cristo Il rischio, che è anche una tragedia, è che (Mt. 19,27) [27] Allora Pietro gli rispose: «Ecco,
può capitare di lasciare tutto e non trovare noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; niente ed è il fallimento della vita.
che cosa dunque ne avremo?». Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabola della rete: il contenuto La parabola è in parallelo con quella della zizzania. Il termine "cattivo", Hanno in comune i due letteralmente è "marcio", momenti finali, la raccolta e Non dipende dal capriccio di Ora è il tempo della pesca, e Dio condannare o salvare, la rete di Dio è gettata per come la cernita del pesce raccogliere, se possibile, non dipende dai gusti del tutti gli uomini. La cernita sarà successiva.
Egli si limita a constatare, raccogliere e separare il buono dal marcio.
Come il pescatore non può scegliere il contenuto mentre Sotto il pelo dell'acqua non si può giudicare trascina la rete in mare, così quanto e quale pesce la rete sta raccogliendo.
Dio non opera nessuna Solo Dio conosce i segreti dei cuori e la strada predestinazione o selezione tortuosa che ciascuno deve seguire per uscire prima del tempo finale. faticosamente dal suo male personale. Il suo desiderio è che la rete I pesci nella rete non sono tutti uguali, ma il diverso non è necessariamente il cattivo.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL TESORO, DELLA PERLA E DELLA RETE (Mt. 13,44-53) Parabola della rete: la conclusione La parabola, nonostante la sua conclusione un po' minacciosa, è un messaggio d'amore e speranza. Il tempo della mietitura o L'immagine della "fornace ardente" e l'espressione della pesca abbondante sono "pianto e stridore di denti", erano già apparse nella tempi di gioia e non di parabola della zizzania ad indicare una grande frustrazione per aver mancato l'occasione della vita.
Il compito dei credenti è la pesca non la cernita. Se la pesca sarà fatta sulla parola di Gesù e come Gesù, sarà Come la parabola della zizzania, anche quella della rete c'invita ad essere realisti e a non Chi si rifiuta d'amare e si sognare comunità perfette fatte di puri e di chiude alla vita marcisce.
santi, ma accogliere la comunità fatta di Non si marcisce perché si compiono dei peccati, delle uomini con tutti i loro slanci ed eroismi ma colpe, si marcisce quando non anche con tutti i loro difetti, vigliaccherie, si rischia la propria vita.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) [31] Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regnodei cieli è simile a un granello di senape, che un uomoprese e seminò nel suo campo.
[32] Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una voltacresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto ediventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengonoa fare il nido fra i suoi rami».
[33] Disse loro un'altra parabola: «Ilregno dei cieli è simile al lievito, che unadonna prese e mescolò in tre misure difarina, finché non fu tutta lievitata».
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabole chicco di senape e del lievito: Introduzione "Ho parlato molto di Dio Le due parabole affermano che Dio è al di là; ma non nel e tuttavia so che è al di senso che intendiamo noi. Egli è al di là perché è più piccolo di ciò che pensiamo, più umile di quanto immaginiamo, più semplice di quanto crediamo e più vicino a noi di quanto speriamo.
Dio è talmente al di là, talmente grande da potersi mostrare piccolo e povero. Questo è lo scandalo del Regno di tutti i tempi.
I soggetti delle due parabole sono Le parabole mettono in luce il contrasto tra un uomo e una donna.
gli inizi modesti, un seme o un pugno di Le immagini che Gesù ci dà di Dio e lievito, e il risultato finale del processo del del suo agire, sono sempre immagini Regno, un albero o la massa di pasta che corrispondono alla realtà maschile e femminile.
La parabola del chicco di senape risponde Dietro al chicco di senape e alla alla tentazione di usare gli strumenti del farina, che esprimono la realtà del potere per essere una potenza.
Regno, c'è un Dio che esprime la La parabola del lievito risponde ala sua cura materna e paterna.
tentazione dello scoraggiamento.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola chicco di senape : l'albero immagine del regno (Gdc. 9,8-15 ) [8] Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all'ulivo: "Regna su di noi". [9] Rispose loro
l'ulivo: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?". [10] Dissero gli alberi al fico:
"Vieni tu, regna su di noi". [11] Rispose loro il fico: "Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli
alberi?". [12] Dissero gli alberi alla vite: "Vieni tu, regna su di noi". 13Rispose loro la vite: "Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e
uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?". [14] Dissero tutti gli alberi al rovo: "Vieni tu, regna su di noi". [15] Rispose il rovo agli alberi:
"Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano".

(Dn. 4,16b-19) [16b] «Signore mio, valga il sogno per i tuoi
nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari. [17] L'albero

Non è vero che la senape "diventa un che tu hai visto, alto e robusto, la cui cima giungeva fino al albero", perchè è un arbusto.
cielo ed era visibile per tutta la terra [18] e le cui foglie eranobelle e i frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e Gesù lo paragona ad un albero per sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami collegarsi ad un'immagine presente abitavano gli uccelli del cielo, [19] sei tu, o re, che seidiventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è nell'Antico Testamento, che utilizza giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso fino all'estremità l'albero per parlare di un regno.
della terra. (Ez. 31,2-3.5-6.10-12) [2] «Figlio dell'uomo, di' al faraone, re d'Egitto, e alla sua gente: A chi credi di essere simile nella tua
grandezza? [3] Ecco, l'Assiria era un cedro del Libano, bello di rami e folto di fronde, alto di tronco; fra le nubi era la sua cima. [5]
Per questo aveva superato in altezza tutti gli alberi dei campi: durante la sua crescita i suoi rami si erano moltiplicati, le sue fronde si
erano distese per l'abbondanza delle acque. [6] Fra i suoi rami fecero il nido tutti gli uccelli del cielo, sotto le sue fronde partorirono
tutte le bestie selvatiche, alla sua ombra sedettero tutte le grandi nazioni. [10] Perciò dice il Signore Dio: Poiché si era elevato in
altezza e aveva messo la cima fra le nubi e il suo cuore si era inorgoglito per la sua grandezza, [11] io lo diedi in balìa di un principe
di nazioni; lo rigettai a causa della sua empietà. [12] Nazioni straniere, fra le più barbare, lo tagliarono e lo gettarono sui monti. Per
ogni valle caddero i suoi rami e su ogni pendice della terra furono spezzate le sue fronde. Tutti i popoli del paese si allontanarono
dalla sua ombra e lo abbandonarono.

Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola chicco di senape : Il regno d'Israele e il Regno di Dio L'albero, immagine dei regni umani, è divenuta successivamente un'immagine classica per indicare il Regno di Dio, che avrebbe sostituito questi regni divenuti prepotenti ed arroganti.
Il regno d'Israele secondo Ezechiele
Il Regno di Dio secondo Gesù
(Ez. 17,22-23) [22] Così
Non è piantato su un "monte",
dice il Signore Dio: Un ma "nel campo", nella terra,
ramoscello io prenderò
nell'orto di casa
dalla cima del cedro,
regno dei cieli è simile a dalle punte dei suoi rami un granello di senape,
lo coglierò e lo pianterò Al massimo sviluppo non sarà
che un uomo prese e sopra un monte alto,
un "cedro", ma un "arbusto"
seminò nel suo campo.
[32] Esso è il più piccolo pianterò sul monte alto Non nascerà da un "ramoscello"
di tutti i semi ma, una d'Israele. Metterà rami e volta cresciuto, è più farà frutti e diventerà un tratto dal cedro, ma è un seme. Non
cedro magnifico. Sotto
prolunga il passato ma è
diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido
Gli "uccelli", simbolo dei pagani, non
suoi rami riposerà. fra i suoi rami». saranno "sotto", ma si "annideranno";
sarà il loro habitat naturale.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola chicco di senape : la nuova logica del Regno di Dio (1) Il Regno di Dio non è paragonabile ai regni Gesù si oppone alla mania di della terra che, per quanto potenti e appariscenti, sono soggetti a cadere in comunità, da lui già rifiutata nel Il Regno di Dio non attira l'attenzione per la sua magnificenza; se lo fa, significa che il regno è di qualcun altro e non Dio.
(Mt. 4,8-9) [8] Di nuovo il diavolo lo portò sopra
La comunità del Regno sarà attiva ed un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni delmondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste efficace; ha come modello una pianta cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi Come la pianta infestante, il Regno arriverà dovunque, ma anche al massimo sviluppo sarà il "diavolo" si mette a disposizione una realtà modesta.
del Messia, affinché eserciti il suo Il modo di intendere il Regno da parte dei regno attraverso il trionfo e il Giudei era per Gesù una forma d'idolatria Se il Regno fosse stato come Israele lo Chi utilizza gli strumenti del aspettava, non ci sarebbe stata nessuna potere e del denaro, con i quali si differenza con gli imperi che lo avevano compra praticamente tutto e tutti preceduto e che poi seguiranno nella storia.
per diffondere il messaggio di Gesù, sono adoratori di Satana .
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola chicco di senape : la nuova logica del Regno di Dio (2) Con le armi del potere, del successo e dei (Mt. 7,13-14) [13] Entrate per la porta stretta,
soldi la strada è molto più facile e veloce.
perché larga è la porta e spaziosa la via che Con il fascino che esercita il potere, conduce alla perdizione, e molti sono quelli che sarebbe più facile portare avanti il Regno di vi entrano. [14] Quanto stretta è la porta eangusta la via che conduce alla vita, e pochi Dio, ma sarebbe un Regno di persone sono quelli che la trovano! comprate e Gesù vuole invece un Regno di persone libere.
Tutte le parabole hanno in comune il diffondersi della comunità più lento, fatto che è sempre presente un perché non costringe le persone e non processo di crescita.
Gesù rifiuta questa logica e sa che ci processo di crescita va verso il vuole tanta pazienza per vedere i Non vedere il frutto immediato non Questo piccolo germoglio di vita divina, deve portare allo scoraggiamento.
cerca di farsi strada lentamente rompendo le zolle dell'egoismo, con (1Gv. 3,2) [2] Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma
tutti i rischi che corre una tenera ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo peròche quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, pianticella che cerca di diventare perché lo vedremo così come egli è. Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola del lievito : la simbologia del lievito (1) Il "lievito" era una immagine proverbiale: a Pasqua, ad esempio, si utilizzava pane non lievitato perché era il "pane dell'afflizione", segno della "fretta" con cui il popolo uscì dall'Egitto.
E' un'immagine in contrasto con la scena familiare descritta dalla parabola perchè la donna ha tutto il tempo per far lievitare la pasta. Il pane lievitato era il segno degli uomini liberi.
La caratteristica proverbiale del lievito era quella di fermentare, cioè di invadere la pasta in maniera nascosta e silenziosa.
(1Cor. 5,6-8) [6] Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po' di lievito fa
(Mt. 16,6.11-12) [6] Gesù
fermentare tutta la pasta? [7] Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta disse loro: «Fate attenzione nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! [8] e guardatevi dal lievito dei Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di farisei e dei sadducei». [11] perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. Come mai non capite chenon (Gal. 5,7-10) [7] Correvate così bene! Chi vi
Guardatevi invece dal lievito ha tagliato la strada, voi che non obbedite dei farisei e dei sadducei». più alla verità? [8] Questa persuasione non [12] Allora essi compresero Il lievito è considerato un viene sicuramente da colui che vi chiama! che egli non aveva detto di [9] Un po' di lievito fa fermentare tutta la guardarsi dal lievito del pane, elemento impuro ed era un pasta. [10] Io sono fiducioso per voi, nel segno per indicare il potere Signore, che non penserete diversamente; farisei e dei sadducei. di contaminazione del male.
chiunque egli sia. Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola del lievito : la simbologia del lievito (2) La parabola rovescia l'immagine popolare dal negativo al positivo.
Il lievito non è più segno devastante del male, ma del potere salvifico, penetrante e trasformante del Regno dei Cieli, che si oppone al "lievito dei farisei".
Questo rovesciamento sta ad indicare che ilbene è più forte del male.
Il Regno dei cieli possiede una forza inarrestabile come quella del lievito capace di cambiare il mondo.
I cristiani non devono aver paura a "sparire", a "nascondersi" in mezzo alle realtà di questo mondo, perché è proprio grazie a loro che queste realtà crescono nell'amore.
Questo aspetto è espresso attraverso la sproporzione di un altro elemento della parabola, la farina, che costituisce un'altra chiave di lettura del testo.
Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola del lievito : "Quaranta chili di farina??!!" Il termine "misura", letteralmente è "staia", (Gen. 18,6.10) [6] Allora Abramo andò in fretta
un'unità di peso che equivale a poco più di 13 nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea (staia) di fior di farina, impastala e fanne focacce». La donna impasta il lievito con quaranta chili di [10] Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». farina. E' una quantità enorme per un pizzico di Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della lievito, che non basta farla fermentare.
tenda, dietro di lui. Gesù usa intenzionalmente quest'espressione perché ricorre nella storia d'Israele tutte le (Gdc. 6,15-19) [15] Gli rispose: «Perdona,
mio signore: come salverò Israele? Ecco, la

volte che, in un momento di scoraggiamento, mia famiglia è la più povera di Manasse e io Dio interviene per garantire che la sua sono il più piccolo nella casa di mio padre». promessa avrà un seguito.
[16] Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tusconfiggerai i Madianiti come se fossero unuomo solo». [17] Gli disse allora: «Se hotrovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno (1Sam. 1,19-20.24) [19] Il mattino dopo si alzarono
che proprio tu mi parli. [18] Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e tornarono a casa a Rama. Elkanà si unì a sua porti la mia offerta da presentarti». Rispose: moglie e il Signore si ricordò di lei. [20] Così al finir «Resterò fino al tuo ritorno». [19] Allora dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo Gedeone entrò in casa, preparò un capretto chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore e con un'efa di farina fece focacce azzime; l'ho richiesto». [24] Dopo averlo svezzato, lo portò mise la carne in un canestro, il brodo in una con sé, con un giovenco di tre anni, un'efa di farina pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del glielo offrì. Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola del lievito : Approfondimento (1) Questi richiami biblici, facevano (Lc. 17,20-21) [20] I farisei gli domandarono: «Quando
capire agli ascoltatori che Dio stava verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dionon viene in modo da attirare l'attenzione, [21] e nessuno dirà: "Eccolo qui", oppure: "Eccolo là". Perché, ecco, il straordinaria abbondanza, immagine regno di Dio è in mezzo a voi!». tradizionale soprattutto nei profeti, Il Regno di Dio agisce dall'interno per indicare il Regno che Dio, e che ora stava mettendo il lievito per la Gesù garantisce alla sua comunità che sarà come il lievito, una piccola cosa, ma capace La parabola si ferma alla farina di far fermentare una massa immensa.
mescolata al lievito e pronta per I credenti non devono perdere la forza confezionare il pane. L'abbondanza aggressiva del lievito, in altre parole non della pasta è solo annunciata e stemperare il messaggio di Gesù.
garantita, ma siamo ancora nel tempo I credenti non possono rimanere segregati della preparazione.
dall'umanità. Le cosiddette "roccaforti" Il pane si avrà alla fine; per ora il della spiritualità corrono proprio questo lievito è lievito, la pasta è pasta e nessuno dei due è pane.
Gesù non ha guardato l'uomo dall'alto, non si è tenuto fuori della società a cui s'è rivolto, ma ha cercato di farla lievitare dal Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabola del lievito : Approfondimento (2) Dal racconto emerge la straordinarietà (1Cor. 1,21-24) [21] Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio,
della potenza del Regno.
il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è Allo stesso tempo emerge la "legge" del piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. [22] Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci Regno: Dio si serve di cose piccole ed cercano sapienza, [23] noi invece annunciamo Cristo insignificanti per compiere cose grandi e crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; [24] ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristoè potenza di Dio e sapienza di Dio. il Regno è già presente ma non in modo spettacolare.
Dio ha scelto la via lunga e non appariscente dello sviluppo interiore che passa attraverso i cuori.
Egli non rinnova le strutture senza aver prima rinnovato l'uomo, perchè sono gli uomini nuovi che creano strutture nuove.
Nei primi secoli della Chiesa, i Padri avevano ben compreso questo messaggio.
(A Diogneto V,1-2.4-10) [1] I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. [2]
Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. [4] Vivendo in
città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto,
testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. [5] Vivono nella loro patria, ma come forestieri;
partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è
straniera [6] Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. [7] Mettono in comune la mensa, ma non il
letto. [8] Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. [9] Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo.
[10] Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi.

Le parabole del Regno (Mt. 13) LE PARABOLE DEL CHICCO DI SENAPE E DEL LIEVITO (Mt. 13,31-33) Parabole chicco di senape e del lievito: Riflessione La parabola del lievito illustra anche un metodo pastorale per chi annuncia il Vangelo: è necessario che non si tengano appartati dagli uomini, ma che si mescolino fino a nascondersi con loro.
C'è un invito ad invertire le caratteristiche della Chiesa che devono causare interesse.
Non sono le caratteristiche esterne che devono causare interesse (il campanile più alto, la costruzione più meravigliosa, la capacità di attirare le folle, la presenza massiccia di mezzi di comunicazione).
Sono, invece, le caratteristiche interne (la presenza quotidiana, la capacità di trasformazione, la penetrazione nelle strutture umane, la forza dello Spirito di Dio).
Se il Regno diventa un'istituzione autosufficiente e cessa di essere un granello di senape, manca la condizione per la crescita.
La debolezza degli uomini del Regno è la loro forza, perché solo allora trovano in Dio tutta la confidenza e tutto il necessario appoggio.
Di conseguenza, è necessario che i credenti abbandonino gli appoggi terreni, diventino poveri, umili, deboli, per far sì che la Chiesa acquisti i caratteri voluti da Gesù.
Chi sogna di vedere il Regno di Dio, o la Chiesa, maestoso ed eccelso, imporsi con la forza delle sue istituzioni, con l'eloquenza delle statistiche e l'efficienza dei suoi membri, ha sbagliato epoca: vive ancora nell'Antico Testamento Le parabole del Regno (Mt. 13)

Source: http://www.studibiblici.it/SCHEDE%20TEMATICHE/Mt_13_Le%20parabole%20del%20Regno.pdf

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